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ARGOMENTO: la strage di Batman e l'elaborazione del lutto

la strage di Batman e l'elaborazione del lutto 02/08/2012 15:27 #1


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  • Enzo Artale
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20 luglio 2012, Denver, Stati Uniti d'America. Alla prima proiezione dell'ultimo film su Batman irrompe nella folla in coda un 24enne problematico, il tipico "middle class white boy", travestito come il nemico di turno del supereroe alato, equipaggiato con armi da fuoco comprate legalmente in internet come fossero frullatori o libri. 12 morti e 58 feriti. In America le stragi si fanno così. In Italia invece si danno in appalto a mafia, servizi segreti deviati, depistatori professionisti, partiti politici estremisti, dittatori arabi, agenti segreti stranieri e via dicendo. Ma questa non è l'unica differenza tra noi e loro nella gestione delle stragi. L'omicida americano il giorno dopo era già in un'aula di tribunale, e a breve sarà condannato a un numero di anni di carcere che i giudici italiani non sarebbero nemmeno capaci di scrivere. E poi? Finisce tutto qui? No, ovviamente. Traumi come questi hanno bisogno di essere elaborati dalla coscienza di una nazione esattamente come da quella di un individuo. Gli americani fanno processi brevi, spesso immediati, con pene certe e severe, ma questo non basta per elaborare e integrare il lutto. E allora hanno inventato il cinema. Come dopo ogni guerra o strage, le sale cinematografiche mondiali saranno a breve invase da uno o più film sull'ennesimo lutto di una nazione nevrotica, com'è accaduto per quelli precedenti, per l'11 settembre e come accade sistematicamente per ogni guerra, dall'ultima in Iraq alla prima d'indipendenza, per non parlare dell'ancora fluente fiume di pellicole sul Vietnam. E noi? Noi no. Noi ci fermiamo al processo. So che sei stato tu a rubare la marmellata, non ti punisco però ti indago e ti processo per 20, 30, 40 anni. Questo è il nostro modo di elaborare i lutti nazionali, processarne i (presunti) responsabili fino alla nausea, finchè è la gente stessa, il popolo, a dire "non ne possiamo più", l'integrazione del lutto. Ai lettori il compito di stabilire quale sia il sistema migliore, ma è certo che se non altro da questo punto di vista, per quanto filoamericani possiamo essere, non ci somiglieremo mai abbastanza.
Enzo Artale
Amministratore Servizi Psicologici On Line
www.studiovirtualedipsicologia.com
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