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ARGOMENTO: Mi sento "vuoto"

Mi sento "vuoto" 03/09/2016 02:16 #1

  • Avatar di Yuri
  • Yuri
Voglio aiuto,ho 15 anni e frequento il 2° anno di liceo.
a me piaceva rimanere da solo,in questo periodo però mi sto rendendo conto che era solo un modo per mascherare la mia solitudine.
Mi sento strano,ho molti amici ma mi sento diverso da loro,incompreso!
la mia famiglia non mi è affatto vicino e se gli dicessi qualcosa di importante,non mi prenderebbe sul serio...ho paura a confidarmi con loro o con i miei amici (non mi sento voluto)
Cerco compagnia nelle serie-tv,appena finiscono mi sento male,mi vien quasi da piangere (come se fosse morto qualcuno)
Io cerco solo qualcuno che sia capace di capirmi e con cui confidarmi,mi sento a disagio con TUTTI!
e quando dico ai miei genitori che vorrei rimanere da solo,loro me lo fanno pesare dicendomi cose del tipo che sono uno stupido a cui non piace uscire e che dovrei cercare una ragazza (mai avuta),per questo risulto ai loro occhi "strano" e fa male sentirselo dire dai propri genitori,che sono quelli che devono aiutarti! rispondetemi!

Mi sento "vuoto" 05/09/2016 13:45 #2


  • Messaggi:840 Ringraziamenti ricevuti 17
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  • Enzo Artale
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Dovresti cominciare a essere di più te stesso e di meno ciò che gli altri si aspettano che tu sia. All'inizio sarà difficile, ma più procrastini tale momento e più difficile sarà farlo in futuro. Fallo gradualmente, non cambiare atteggiamento radicalmente tutto in una volta. Ti costerà, probabilmente molte persone ti volteranno le spalle deluse, ma è il prezzo che vale la pena pagare per non vivere solo per gli altri.
Enzo Artale
Amministratore Servizi Psicologici On Line
www.studiovirtualedipsicologia.com

Mi sento "vuoto" 09/09/2016 16:41 #3

  • Avatar di Yuri
  • Yuri
il problema è che non so neanche io quale sia il "vero" me,faccio di tutto per piacere alle persone ma senza essere ripagato,mi sento strano,incompreso,quasi solo direi e pure sono uno di quei ragazzi che pensa che non ha bisogno di persone per stare bene finché sto bene con me stesso,uno di quei ragazzi che non pensava di attraversare i problemi della fase adolescenziale (inevitabile) perché diverso...non è stato cosi!
ERO carismatico,vivace e molto positivo ma piano piano sento che queste mie caratteristiche stiano sparendo nel nulla, sia emotivamente che psicologicamente mi rendo conto che sono distrutto e che sto "peggiorando", non so perché ma ultimamente mi metto a piangere per cosi inutili e dopo un po mi rendo conto che non risolvo niente,mi chiedo perché sia nato se mi sento o sono cosi inutile e impotente!
Queste crisi adolescenziali mi stanno massacrando,non ce la faccio più

Mi sento "vuoto" 11/09/2016 04:18 #4

  • Avatar di Giorgio
  • Giorgio
Ho passato la mia vita a fare quello che gli altri si aspettavano da me (eccetto un paio di volte in cui ho avuto il coraggio di fare quel che volevo ma quasi scusandomi per questo). la mia insicurezza mi ha sempre spinto a cercare di piacere agli altri e mi sono cucito addosso le aspettative di tutti familiari ed amici... ma questa è una condanna all'infelicità.
Devi imparare ad essere te stesso sempre, ma prima devi trovare te stesso è pian piano imparare a mostrare te stesso per quello che sei o che vuoi essere non per quello che gli altri si aspettano da te.
Il mio sistema era quasi infallibile ero perfetto per tutti, studioso, brillante, sempre disponibile, buono e generoso con tutti, sempre prodigo per gli altri ... troppo. Avevo diversi gruppi di amici e passavo le serate saltellando da un gruppo all'altro, un po' perché mi piacevano (forse, adesso non lo so più) un po' perché questo puntellava la mia insicurezza, sopperiva ad una mancanza interna. facevo anche tre cene a serata per non deludere nessuno, ero una sorta di giullare in tutti i gruppi e quando andavo via tutti mi dicevano "ma non rimani non andare" e questo alimentava il mio essere ... o meglio il mio ego che doveva sopperire ad una reale mancanza. Questa specie di popolarità era una droga piuttosto che coltivare un'amicizia io ne coltivavo cento ed ero il migliore amico di tutti sempre pronto a sentire i problemi degli altri, a dare una mano, ad uscire a mezzanotte per andare ad ascoltare un amico che aveva scazzato con la ragazza. tutto questo di per se può sembrare figo, è un ecosistema infallibile si a volte senti un vuoto ma poi incontri un conoscente per strada che ti offre un caffè, fai due chiacchiere e ritorni giullare per incanto. ti si riempie la vita di appuntamenti eventi cene, ma dentro di te si alimenta un silenzio assordante, ma con tutto quel fracasso che ti sei creato intorno riesci a non sentirlo se vai a letto abbastanza stanco da prendere subito sonno.
Poi un giorno arriva una persona davvero speciale, mascherata da amica, sembra una delle tante ed è davvero un amica, ci si racconta la propria vita, i propri disastri le proprie aspettative ed è un amicizia disinteressata perché entrambe abbiamo un compagno.
Poi ad un certo punto, forse lei ha intravisto qualcosa di reale in me, o forse era uno di quei momenti in cui ero più autentico nel senso che stavo inseguendo per una volta un mio sogno e non il sogno che gli altri avevano per me, e se ne innamora.
Lei è rimasta fedele allo sprazzo autentico di uomo o ragazzo che ha intravisto tra le quinte di un palcoscenico (lavoravamo a teatro), ma soprattutto dietro al sipario della mia vita "messa in scena", per otto anni, anzi di più. Ed ha cercato in tutti i modi di tenerlo aggrappato a se mentre io pian piano ritornavo "nel mio ruolo.
Questa donna, che è quasi la mia ex moglie, ha lottato contro tutto, contro tutti e soprattutto contro me per cercare ti tirar fuori quell'uomo che ha visto, conosciuto e di cui si è innamorata credendo in lui, ossia in un me che nemmeno io conosco bene e a cui ho sempre rinunciato.
il problema è che non solo è più facile ma è una inconscia forma di difesa reiterare comportamenti che ben conosci e che hanno sempre "funzionato" piuttosto che cominciare a credere in un te autentico ed inedito che probabilmente non piacerà a nessuno di tutti quelli a cui piacevi prima, o forse no, ma non è più importante per me razionalmente parlando.
Al punto dove sono oggi (ossia sul ciglio del nulla) mi ci ha portato il rinnegare continuamente me stesso, perché ogni volta che ho rinunciato a me stesso ho rinunciato alla nostro amore che era l'unica cosa reale e "sana" della mia vita che avrebbe potuto "salvarmi" se io non fossi stato così ostinatamente cagasotto da continuare ad interpretare ruoli assegnati senza mai avere il coraggio di scrivere da solo le mie battute.
io non ho un cantante preferito, io non ho uno sport preferito, io no ho un piatto preferito perché questo denota una personalità che inevitabilmente a qualcuno piace ma a qualcun altro no, allora sono camaleontico, mi piace tutto e niente perchè per piacere a tutti ho creato il vuoto dentro me che è adattabile a tutto ed a tutti ... tranne a chi ti ama davvero che per te avrebbe preteso addirittura la felicità, quella che io non ho saputo dare a lei.

Mi sento "vuoto" 12/09/2016 18:35 #5


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  • Enzo Artale
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Le così dette crisi adolescenziali sono un fenomeno comune. Non c'è un solo adolescente (e accade anche a molti adulti) che non pensi di essere unico, o il miglior essere umano mai apparso sulla faccia della Terra, poi si matura. L'errore consiste proprio nel fare di tutto per cercare di piacere agli altri. Perchè farlo? Per farti accettare? Ma se ti accettano quando fai il massimo per piacere, è normale che appena rallenti un pò ti rifiutino, puoi fingere di essere qualcun altro per un pò, non per tutta la vita. Prova a fare in questo modo: trova qualcuno, una persona tra tutte quelle che vedi ogni giorno, quella che ti sembra più disposta ad accettarti come sei, sono sicuro che se ti guardi bene intorno una così la trovi, e comincia a essere te stesso con quella persona, gradualmente.
Enzo Artale
Amministratore Servizi Psicologici On Line
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