Buon giorno Dottoressa, intanto la ringrazio tanto per avermi risposto, mi meraviglia il fatto di aver capito subito la situazione non ostante mi sia mantenuta tantissimo sia per i fatti sia con le parole edulcorando e omettendo alcuni aspetti. É vero ed é anche triste ammetterlo questo é un rapporto malato, come se avessi la sindrome di Stoccolma, me ne rendo conto ma non posso fare a meno di lui, ho provato a lasciarlo ma mi manca troppo anche se mi insulta e non mi tratta da donna, mai una carezza, un abbraccio una parola gentile, eppure vado avanti solo per amore e sperando di raccogliere i frutti ma é come seminare su un terreno arido di sentimenti e di dimostrazioni reali, per me é come accudire un figlio che non é mai riconoscente anzi a suo dire sono io che dovrei ringraziarlo per la cena del sabato sera o per le bollette o per la spesa. Naturalmente sotto l'aspetto sessuale va tutto bene anzi é l'unico momento in cui lo riconosco come al mio uomo. Ho provato più volte a proporre una terapia di coppia ma é irremovibile. Per quanto mi riguarda andare da sola ad uno psichiatra la vedo come una sconfitta, come il non riuscire a governare i miei sentimenti ed i miei voleri autonomamente. Anche la mia famiglia mi propone almeno delle sedute psicologiche ma... da sola no.. non voglio. Vorrei solo un figlio con lui perché immagino sia un papà speciale conservando per il figlio questo suo essere bambino. Sono anche del parere di non forzare e che i figli si devono volere in due per poi non ritrovarmi a crescerlo da sola ma lui vede solo l'aspetto economico il fatto che non sia una milionaria che possa mantenerlo e che non possa comprare un villone per vivere insieme. Ecco lui vorrebbe che fossi io a mantenerlo! Mi scusi se mi sono dilungata ma Lei é stata così acuta nel capire la situazione. Grazie mille per lo sfogo