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ARGOMENTO: Bisogna chiudere la relazione?

Bisogna chiudere la relazione? 20/10/2017 19:04 #1

  • Avatar di Cleo
  • Cleo
Salve, ho 25 anni e da quasi 5 anni sono fidanzata con un ragazzo eccezionale. Ci siamo trovati fin da subito - ci siamo conosciuti all'università quindi condividiamo anche il percorso di studi - ed è la persona più rispettosa, responsabile ed empatica che io abbia mai conosciuto. Ha dei valori religiosi molto forti che lo portano ad essere la persona che è e, per quanto io non li condivida assolutamente, lo rispetto. Siamo cresciuti assieme in questi quasi 5 anni e, soprattutto negli ultimi due, io mi sono chiusa molto in me stessa per via dello studio (la mia occupazione principale), del lavoro, si direbbe che sono diventata estremamente "seria" e ho perso molte amicizie, cosa che mi costa non poco, soprattutto ora che mi sono laureata e che avrei più tempo per uscire. Ci sono stati periodi in cui sarei stata completamente sola, senza nessuno con cui parlare né uscire, se non avessi avuto il mio ragazzo. Inconsciamente si è creato un rapporto di dipendenza da lui, dovuto anche al suo spiccato senso pratico, alla disponibilità economica maggiore e meno precaria rispetto alla mia, al suo grande amore nei miei confronti. Mi ha sempre saputa prendere e far "maturare" nella coppia. Mi sono resa conto di questo ben presto e circa due anni ho percepito che mi stavo accontentando di una persona per cui provavo molto affetto e molta gratitudine; per cui quando ho conosciuto un ragazzo che si avvicinava caratterialmente a me molto più del mio ragazzo (entrambi appassionati di letteratura, di arte, di filosofia), e mi attraeva anche di più fisicamente, ho troncato immediatamente la vecchia storia felice di iniziare una frequentazione in cui la parola abitudine sembrava non poter proprio esistere (questo ragazzo era tre anni più giovane di me, fuori sede, questo mi permetteva di rimanere a dormire fuori, di essere brilla di tanto in tanto condividendo quell'allegria con una persona che sembrava piacermi realmente, che mi faceva sentire viva e non solo "comoda" come la relazione precedente). Il nuovo ragazzo dopo un paio di settimane inizia a dirmi di essersi innamorato di me, di amarmi, e io sentivo di non poter ancora ricambiare questo sentimento così forte. Intanto, continuavo a sentirmi col mio ex ragazzo che ammetteva alcune sue colpe nel fallimento del rapporto, il suo essere stato troppo duro con me, il suo essere troppo piatto a nemmeno trent'anni. Io, quindi, non lo avevo allontanato del tutto ma continuavo ad ascoltare le sue ragioni e promettevo di rifletterci. Finché un giorno, mentre ero a dormire dal nuovo ragazzo, mi rendo conto che non mi sentivo più a mio agio con lui, che forse quei tre anni di differenza si notavano, e che mi mancava il mio ex così il giorno seguente ci incontriamo e gli chiedo di tornare assieme. Lui da allora è cambiato totalmente, in positivo, è diventato una persona ancora migliore di quella che già era. Sono cambiata anche io, però, e non credo in meglio: i primi tempi del ritorno assieme ero felice e soddisfatta della mia scelta, convinta di essere scampata a una storiella inutile con un ragazzo più giovane, ma ben presto mi sono resa conto che non era così. Improvvisamente, ancora più pesanti, ritornano la noia, l'abitudine, l'insofferenza, la storia sembra ancora più trascinata di prima. Ripenso al ragazzo più giovane: lui era stata la mia via di fuga e non avevo saputo capirlo. Continuavo ad auto condannarmi all'infelicità. Riprovo ad avvicinarmi a lui, consapevole del grande errore, ma lui mi tratta malissimo perché gli avevo spezzato il cuore. Quindi inizio a vivere come lui, ad ascoltare la musica che ascolta lui, ad approfondire l'Arte, l'Estetica, la Filosofia, ad andare nei posti in cui andavamo assieme, per avvicinarmi di più a quel suo mondo contestatore e bohemien ma, fondamentalmente, soffro. Per un anno sono stata col mio ragazzo ma soffrivo ogni giorno per un'altra persona. Per mesi sognavo lui tutte le notti e il risveglio mi faceva venire voglia di addormentarmi per sempre. Non capivo. Il problema era solo mio ma non riuscivo a lasciare il mio ragazzo perché - cosa vigliacca, lo so - avevo e ho ancora il terrore di rimanere sola, di sbagliare, di pentirmene, di essere solo troppo confusa. Mi rendo conto che, paradossalmente, il mio ragazzo mi tiene sua prigioniera, sebbene voglia allontanarmene. Lui non si rende conto di questa mia lotta interiore, ma credo sospetti che non sia felice. Mi chiudo in casa per giorni, mi chiudo in lunghi silenzi, mi sento con altre persone per evadere dalla mia vita noiosa, sono andata a letto con un'altra persona conosciuta questa estate (io e il mio ragazzo, per motivi religiosi suoi, da due anni non abbiamo rapporti sessuali completi), non disdegno le attenzioni di altri ragazzi in generale, quando devo trascorrere un periodo medio-lungo lontano dal mio ragazzo non ne sento la mancanza, anzi. Però devo sapere che lui c'è comunque, qualunque sia la delusione, il dispiacere, che mi capiti. Mi piace piacere e mi illudo sempre che ognuno di essi possa essere la mia ancora di salvezza ma poi la realtà mi crolla addosso la realtà dei fatti: cioè che il mio ragazzo sembra essere l'unico porto sicuro dolce, comprensivo, ragionevole, maturo. Per lui sono tutto (tranne un piccolo punto di dissidenza sul matrimonio e sui figli per cui io non mi sento assolutamente pronta) e quando lo guardo e penso a lasciarlo mi si spezza il cuore: lui è sempre fiero di me e mi presenta agli altri orgoglioso. Non lo merita, e io mi odio. Dopo qualche mese di tranquillità comunque, sempre sola, in pochi giorni il lavoro mi porta a conoscere un ragazzo a cui sembro interessare realmente che però non può sopportare il fatto che io sia fidanzata e io non voglio stare male per le scuse da inventare. Lui mi incita a lasciare il mio ragazzo chiedendomi perché ci metta tanto se so che è un rapporto che non può avere futuro ma io non voglio farlo solo per iniziare a frequentare un'altra persona, non di nuovo, con il rischio di rimanere poi realmente sola. Io non lo so se non ci può essere futuro. Questo nuovo ragazzo mi attira dal punto di vista caratteriale anche se l'attrazione fisica non è stata immediata, però sa come prendermi e quindi faccio sì che questo punto sia trascurabile. Io non so più che fare, è tutto un tale casino. Come si fa a capire quando non c'è più possibilità di mantenere una relazione? Dovrei parlarne al mio ragazzo? Io so per certo che se questa volta lo lasciassi non ci sarebbe più possibilità di tornare indietro, lui me lo ha sempre detto molto chiaramente. Ho paura di non trovare un altro come lui, caratterialmente. Cosa devo fare?
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