Molte persone, me compreso, provano una sorta di repulsione nei confronti del latte semplice, non riuscendo a berlo per niente. In questo caso si tratta di una mera questione di gusto, il Suo caso potrebbe essere una variante del problema del gusto, o forse qualcos'altro. Mi ricorda il celeberrimo caso di Anna O., la prima paziente che Freud psicanalizzò con successo. In breve: la refrattarietà al contatto diretto col latte potrebbe dipendere da una primeva associazione di qualcosa percepita come disgustosa o comunque angosciante, all'odore o all'immagine del latte. Successivamente tale associazione sarebbe stata spostata dalla sua sfera cosciente a quella dell'inconscio, da dove non avrebbe più disturbato la coscienza ma avrebbe continuato a produrre i suoi effetti, come accade normalmente. Per comprendere le origini di tale associazione e annullarne gli effetti sarebbe necessario l'intervento di uno specialista in presenza, oppure un percorso introspettivo che sarebbe comunque meglio fare seguita da uno specialista.