Gentile Utente, nel Suo post ha messo molta carne al fuoco. Comincio intanto col rispondere alla Sua prima domanda, sulla possibile ereditarietà della depressione. Le ricerche hanno dimostrato che nella depressione, e in generale nelle forme più gravi di disturbi dell'umore, esiste una significativa proabilità di trasmissione ereditaria. Questo non vuol dire che le persone con un genitore depresso lo diventaranno sicuramente a loro volta, ma che hanno un pò più di probabilità di diventarlo rispetto agli altri.
Per il resto, direi che potremmo sintetizzare il Suo disagio in alcune macroaree: indecisione, insicurezza, tendenza a somatizzare. Tutte e tre, a mio parere, sono figlie di una eccessiva quota d'ansia che Lei non riesce a elaborare in maniera funzionale. Affrontando e risolvendo il problema dell'ansia, gli altri problemi, molto probabilmente, si dissolveranno di conseguenza. Il lavoro che fa non favorisce certo una vita ordinata, ma se Le piace davvero è meglio che continui a farlo, questo però non deve impedirLe di prendersi cura del Suo equilibrio psicofisico. Affrontare efficacemente i temi cui ho accennato attraverso un forum o delle e-mail sarebbe quanto meno velleitario. La invito dunque, se non lo avesse già fatto, a riferire al Suo medico di base il Suo disagio. Non è obbligata a raccontargli tutti i dettagli della Sua vita, basta chiarire le sensazioni che prova, sarà poi lui a indirizzarla verso una terapia o uno specialista, presumibilmente lo psicoterapeuta della Sua ASP di appartenenza. Non c'è niente di rischioso a seguire eventualmente per un breve periodo una farmacoterapia a base di blandi ansiolitici, poi si deciderebbe in base agli effetti. L'alternativa sarebbe rivolgersi a un professionista privato, possibilmente in presenza.