Ho 30 anni e sto col mio ragazzo da tre anni (lui ne ha 25). So cosa voglio da una relazione, ho le idee molto chiare e un carattere abbastanza trainante, al contrario lui non prende mai l’iniziativa e quando ho preso decisioni per entrambi lui si è affidato ma senza troppo entusiasmo. Dopo il primo anno di relazione “abbiamo” deciso di condividere una stanza in un appartamento con altre persone per comodità e per questioni economiche. Abbiamo avuto qualche problema di spazio (perché adoriamo così tanto stare insieme che mettevamo spesso da parte le nostre esigenze individuali) ma discusso molto e cercato dei punti d’incontro. Il lavoro è sempre stato molto saltuario e raro per entrambi, durante questa convivenza, rendendoci molto frustrati e creando molti scrontri. Dopo un anno così ricevo un’offerta di lavoro in un’altra città, irrinunciabile, dico a lui che devo andare per forza, anche da sola, ma ovviamente preferirei mi seguisse. Dopo qualche giorno decide di trasferirsi insieme a me e iniziare questa nuova vita lì (avrebbe dovuto capire cosa fare della sua vita, quale lavoro cercare, in cosa dedicarsi). Una volta trasferiti, nel giro di un mese la madre si ammala e muore e lui torna nella sua città di origine per stare un po’ con la famiglia e riprendersi dal lutto. Mi chiede di stare lontani per i tre mesi estivi in modo da metabolizzare e poi tornare a vivere con me da settembre. Gli do questo tempo a malincuore perché mi ha provocato molta sofferenza non potergli stare vicino ma sapevo che ne aveva il diritto e potevo resistere per tre mesi soltanto. Alla fine di questi tre mesi è più in crisi che mai, non sa più chi è, di conseguenza non sa se mi ama, se vuole stare con me. Chiede un tempo indeterminato per poterlo capire, per poter diventare chi vuole essere. Tutto è un punto interrogativo gigante ed io che lo amo come sempre e vorrei potergli stare vicino vengo allontanata. Non so come reagire, se dargli ancora tempo, se pensare a me e capire che è finita..